lunedì 1 febbraio 2021

"Perdere" un anno di gioco?



In questi giorni si aprono le iscrizioni alla scuola primaria.
Molti bambini stanno affrontando l'ultimo anno di materna...
Per altri, quelli che compiono gli anni a gennaio, la situazione forse non è ancora chiara.
Anche noi siamo stato tanto combattuti sulla questione, con nostra figlia, che è nata in gennaio.
Per i bimbi che compiono i sei anni nei primi mesi dell'anno esiste la possibilità di "fare la primina", come si dice.

In genere, l'anticipo viene sconsigliato dalla quasi totalità di maestre, educatori, pedagogisti e, se avete valutato questa possibilità, la frase che vi sentirete ripetere fino allo sfinimento è: "Davvero farai rinunciare tuo figlio a un anno di gioco?"

Ma in realtà... è davvero così?
Andare a scuola significa  mettere i giocattoli sotto chiave e non uscire più di casa per fare compiti? 
Ho pensato spesso a questa frase perché in realtà mia figlia non ha mai visto la scuola materna come una grande occasione di gioco: era un'ottima scuola ma lei si annoiava. 
Comunque, anche io pensavo di aspettare, poi ho parlato con un'educatrice che mi ha presentato un punto di vista diverso. 
Ciò che ci ha consigliato è stato di assecondare la propensione di nostra figlia ad esplorare e imparare cose nuove.  E' ovvio che, come tutti i bambini, ha i suoi punti deboli e di forza. Ma sapeva già leggere e scrivere; secondo noi era pronta per questo passo. Così alla fine siamo andati contro corrente e l'abbiamo iscritta a scuola in anticipo.
Abbiamo avuto mille incertezze, ma adesso sono molto felice di questa scelta. 
In fondo gioca come prima, si è fatta dei nuovi amici e ha imparato tante cose nuove.
Quando la guardo tenere in mano un libro e leggere non penso di averla privata di qualcosa, ma di averle donato qualcosa, perché in fondo la cultura è un arricchimento dell'anima e non tutti hanno la possibilità di goderne...
Ma...  resta una scelta veramente delicata e personale!
Ognuno è unico al mondo, ognuno ha propensioni, desideri e abilità diverse. 
Non esiste una regola generale, nè in una direzione nè nell'altra.  È vero che non bisogna anticipare i tempi ma, se per un bambino l'attesa può essere dolorosa, non credo sia giusto neanche ritardarli. 
Per cui... se vi trovate nella mia stessa situazione,  penso che nessuno come una mamma conosce suo figlio, fidatevi del vostro cuore e di quello che pensate possa renderlo più felice:  sarà sicuramente la scelta giusta!


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